MIGRANTI: L’EUROPA CHE HA PAURA, CINTA IL PROPRIO SUOLO

L’accordo euro-turco sui migranti del vicino Oriente ha un sapore amaro e un senso “umiliante”. Siamo di fronte al desolante spettacolo di un’Europa disorientata dalla crisi dei migranti. Un errore quell’acccordo con la Turchia che non rispetta i diritti umani, un colpo di proporzioni storiche ai diritti umani. È un’Europa che ha paura, che cinta il proprio suolo, ma non ha più ruolo. Un’Europa che si sta arrendendo pensando di difendere la propria tranquillità e sicurezza. La Turchia che è stata immaginata a Bruxelles come un grande campo profughi a pagamento, è uno dei soggetti protagonisti della crisi bellica in corso. Siamo di fronte ad una tratta (e contro tratta) ufficiale tra Stati di essere umani. Nessuno Stato europeo pensa di assumersi la responsabilità di rispondere al loro destino.

L’accordo Ue-Turchia non basterà a risolvere la crisi immigratoria, un fenomeno globale che non si può risolvere con i muri. Con sano realismo, laico ed economico, Sabino Cassese ha scritto sul Corriere della Sera che i migranti li rifiutiamo “ma ne abbiamo bisogno, nelle famiglie, negli ospedali, nelle chiese, nei sistemi pensionistici, che divengono sempre meno sostenibili in Paesi che invecchiano, se non vi contribuiscono persone che paghino più di quel che ricevono, come gli stranieri.”

Vedremo nelle prossime settimane come procederà questa intesa senza basi legali che per tante Ong ed operatori umanitari significa “deportazioni, attacco alla dignità della vita umana e puro mercanteggiamento sulla pelle dei rifugiati.”

È bene non farci illusioni, l’accordo con la Turchia non risolve tutti i problemi. Useremo lo stesso approccio muscolare -economico anche con la Libia e quelli che transitano da altre rotte?

Molta gente pensa, anche da noi, che siamo buonisti, stiamo accogliendo delle persone che sono fondamentalmente diverse da noi, che non sono assimilabili, che arrivano per cambiare il nostro modo di essere e di vivere, che ci renderanno meno sicuri. È un pensiero che porta alla crescita del populismo.

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