Ricerca Ipsos. I cattolici tra presenza sociale e nuove domande alla politica. Un cattolico su tre senza partito. Ius culturae, cattolici favorevoli.

“La Chiesa è ciò che di più solido oggi esiste nel nostro  Paese –ma questo non significa che i cattolici oggi vogliano una rappresentanza politica unitaria. Lo indicano solo il 7% degli interpellati. Invece una attenzione più consistente per la nascita di un movimento intermedio che possa parlare alle classi politiche e imprenditoriali e anche ai cittadini risulta più apprezzata: la vogliono il 27% degli interpellati, percentuale che sale al 42% tra i praticanti ‘impegnati’”.  La Chiesa italiana prende sempre più spesso posizione su aspetti etici e morali, chiedendo anche comportamenti di voto coerenti ai politici cattolici. Una recente ricerca sfornata da Ipsos Pubblic Affairs ( ” I cattolici tra presenza nel sociale e nuovo domande della politica”) fa emergere uno zoccolo duro di cattolici impegnati e assidui del 27% che sommati ai “saltuari”, superano quota 62%. Il PD è il primo partito nelle intenzioni di voto dei cattolici praticanti, intorno al 29%, seguito dal MOV5 stelle, collocato al 21%.

Fortemente caratterizzato in termini socio-demografici, ma frammentato dal punti di vista delle opinioni sui temi d’attualità e sulle scelte politiche. È il ritratto dell’elettorato cattolico che è emerso da un dossier elaborato dall’Istituto Ipsos e presentato il 15 novembre alla Camera dei Deputati dalla “Rete Amici della Fondazione Achille Grandi”.

Il dato più rilevante però è quello di chi non manifesta alcuna scelta. E se in generale, nel Paese,  si sfiora il 35%, i cattolici non sono da meno: non indicano nessun partito il 31,9% di quelli “impegnati” e il 33,8% degli “assidui.” Insomma un cattolico su tre senza partito. nelle rilevazioni del 2005 i cattolici “senza patria2 non raggiungevano il 20%.

Il mondo cattolico si caratterizza per una maggior presenza di donne, un’età media elevata, una maggior concentrazione nelle regioni centro-meridionali, con una scolarità più elevata della media tra i cattolici maggiormente impegnati, ma più scarsa della media tra i fedeli assidui non direttamente impegnati. Ma se deve schierarsi, entra in difficoltà come il resto degli italiani.

Emerge la sofferenza del mondo cattolico per la mancanza di un pensiero politico adeguato. temi per ricompattare la compagine cattolica sono il lavoro e l’Europa e venendo alla stretta attualità il dato più interessante è quello relativo allo Ius soli7Ius culturae. Perché alla domanda sul conferimento “automatico” della cittadinanza ai bambini nati nel nostro Paese con almeno un genitore munito di permesso di soggiorno si registra un testa a testa ( 45% favorevoli, 49% contrari). La percentuale cambia se la domanda entra nello specifico dello Ius culturae( i favorevoli passano al54% e i no scendono al 43%).

La ricerca Ipsos dice altresì con chiarezza che è alle nostre spalle la stagione della diaspora e che si affaccia, specialmente tra il popolo cattolico, un nuovo desiderio di unità. Un’unità più forte sui temi sociali (famiglia, migrazione, giovani), mentre sui temi etici e sull’economia le differenze e le distanze restano ancora marcate. Infine la ricerca consegna anche al PD una nuova opportunità.

Ma forse potrebbe fare molto di più: trasformare questa inedita domanda di partecipazione politica dei cattolici in nuovo consenso, ma interrogarsi, altresì, sul numero crescente del partito del non voto visto anche la frammentazione crescente delle opzioni politiche. Delusione e confusione aumentano. No al partito dei cattolici, sì ad una nuova voglia di partecipazione politica.“Gli ultimi mesi – ha dichiarato Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos – mostrano il ritorno tra i cattolici italiani di un orientamento politico tendenzialmente più favorevole allo schieramento di centro destra, dopo un biennio di prevalenza dei consensi verso il centro sinistra (di fatto coincidente con la parabola “renziana”)”.

Riguardo all’andamento del Paese, alla situazione economica generale e familiare e all’operato del Governo centrale e delle amministrazioni periferiche, i cattolici più assidui rivelano comunque di avere opinioni più positive e meno pessimistiche rispetto alla media.

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