Economia e Welfare

Ghali e Dargen: un messaggio contro la guerra

Sanremo 2024 si è concluso, ma le polemiche non smettono.

La puntata di Domenica In, condotto da Mara Venier, ha visto i protagonisti del Festival esibirsi nuovamente con i loro singoli sanremesi.

Molti, però, non hanno perso occasione per esprimere le proprie opinioni riguardo argomenti difficili, come la guerra.

L’artista Ghali, che a Sanremo ha esposto il suo “No” al genocidio, ha provocato la risposta dell’ambasciatore israeliano, Alon Bar, che ha affermato: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”.

Il rapper milanese ha espresso il suo dispiacere, ma ha anche dichiarato che in ogni sua canzone si parla di denuncia e si inneggia all’uguaglianza ed al rispetto reciproco.

Dargen D’Amico, invitato a Domenica In, ha espresso il suo disaccordo per la guerra, con conseguente richiesta di pace. Il suo testo di Sanremo, Onda alta, tratta proprio del tema di immigrazione e accoglienza.

Una volta le porte erano aperte, i bambini entravano in casa e dicevano: “Ho fame”. Nessuno gli domandava “Da dove vieni? Chi è tuo papà?”. Gli davano da mangiare. Se avevano freddo, li coprivano. E’ questo il nostro bagaglio genetico. Se non proteggi un bambino, niente funzionerà. Questo mi spaventa e io lo comunico”.

A Mara, però, non è piaciuto l’intervento, infatti ha subito zittito il cantante: “Ci vorrebbe più tempo e non ce l’abbiamo, dobbiamo far cantare gli altri. Sono tematiche importanti”.

E non è tutto. L’Amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, ha fatto leggere alla conduttrice un comunicato nel quale si esprimeva piena solidarietà ad Israele, in risposta alle parole dell’artista Ghali.

Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta”.

Le guerre sono avvenimenti terribili e i popoli coinvolti soffrono profondamente, sia durante che dopo. In un conflitto del genere, così lungo e tortuoso, bisogna ricordare non solo gli ostaggi e la strage del 7 ottobre, ma anche le circa 22.000 vittime della Striscia di Gaza e tutte quelle precedenti, fin dal principio.

Finché saremo in democrazia ci sarà libertà di pensiero, quindi, “Stop alla guerra”.

 

 

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