Cultura

Il Giorno dei morti: origini e tradizioni

Il Giorno dei morti si celebra il 2 novembre di ogni anno ed è la giornata commemorativa per i defunti.

La prima volta in cui venne festeggiata la ricorrenza nel Cristianesimo, fu nel X secolo, precisamente nel 998. L’abate benedettino di Cluny, Sant’Odilone, ordinò che le campane venissero suonate dopo i vespri del primo novembre per commemorare i morti. Tale rito divenne poi di uso comune nella Chiesa cattolica.

In maniera ufficiale si ritrova nell’Ordo Romanus nel XVI secolo.

In realtà, il culto dei morti ha origini antichissime. Si presume risalga alla preistoria con le incisioni murarie ritrovate nelle caverne.

L’idea che l’anima oltrepassi il corpo per andare in un’altra dimensione ha sempre attratto gli esseri umani ed andare oltre la vita è fondamento di ogni religione.

In Italia c’è l’usanza di recarsi al cimitero dai propri cari scomparsi.

Preparare pietanze, recitare preghiere, lasciare tavole imbandite e esporre il Presepe. Queste sono solo alcune delle tradizioni della nostra penisola nel Giorno dei morti.

Simbolo di tale ricorrenza è il crisantemo. Il fiore d’oro, con significato diverso, proveniva dalla Cina e si diffuse in Italia nel 1700. Assunse tale significato proprio perché fiorisce durante il giorno dedicato ai defunti.

Questa festività però è particolarmente sentita in molte zone del mondo, come in Polonia, Francia, Filippine e America del Sud. In Messico, nello specifico, si allestisce un altare con le immagini dei defunti e, secondo la credenza, essi verrebbero a trovare i loro cari sulla terra proprio il 2 novembre, ovvero El dia de los muertos.

 

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