Approfondimenti

Il Web: strumento di democrazia o di controllo?

Stamattina ascoltando Radio Radicale ho apprese una notizia che fa riflettere:
I ragazzi di Occupy Center a Hong Kong per superare la censura elettronica (il Gret Wall) messa in opera da Pechino per bloccare Internet si servivano, per comunicare fra loro di Blue Tooth. All’improvviso è comparsa una nuova app chiamata, se ho sentito bene SSX 33, o qualcosa del genere. La grande massa dei poco esperti trovandone più semplice l’uso l’ha adottata subito. C’è un ma: essa era una trappola di Pechino e serviva non solo ad identificare chi parlava ma anche a raccoglierne tutti i dati sensibili (PW,casella mail identità ecc…). Di qui una riflessione: l’entusiasmo generale intorno al Web, moderno, interattivo, Democratica in sé è molto mal riposto. Molti hanno pensato: Ecco lo strumento principe per garantire la democrazia, per smascherare governi autoritari e svelarne le menzogne. Pura illusione. Proprio per la sua struttura il WEB è un potente strumento di controllo politico e sociale. I suoi veri padroni, quelli che hanno le chiavi del sistema sono entità sconosciute. Il gioco delle parti fa sì che essi consentano a tutti di “giocare” pronti ad intervenire se qualcosa non piace. L’esempio della Cina, della Russia e di altri stati dittatoriali parla chiaro ma, se tanto mi dà tanto, che garanzie abbiamo che non lo facciano anche gli altri governi o addirittura organismi sopranazionali?
Ecco perché l’enfasi sul carattere liberatorio del WEB mi desta qualche fastidio. C’è qualche sprovveduto entusiasta che propone addirittura di votare via WEB. Vi ricordo allora che l’ultima vittoria di Bush fu dovuta alla manipolazione dei voti dell’unico stato in cui si votò elettronicamente. Indovinate chi era il governatore? Un certo Jebb Bush che di DABLIA era “Frate carnale”. E ho detto tutto.

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