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La statua inopportuna a Ferdinando IV di Borbone

Presso il Museo Civico e Garibaldino di Santa Maria Capua Vetere, sede del Comitato di Caserta dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, si è tenutala conferenza stampa dal titolo “L’inopportunità della statua a Ferdinando IV di Borbonea San Leucio. Contestualmente è stato presentato un  libro “Le Austriache.  Maria Antonietta e Maria Carolina, sorelle regine tra Parigi e Napoli(Salerno Editrice, 2022), di Antonella Orefice, voluta ed organizzata dalla fervida e dinamica direttrice del Comitato di Caserta dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Prof.ssa Anna Poerio Riverso.

Santa Maria Capua Vetere dal 1799 al 1860, e poi anche in età unitaria-liberale dal 1860 al 1922, è stata l’epicentro risorgimentale della provincia negli eventi (in particolare il 1° ottobre 1860, data della battaglia decisiva del Volturno), nella memoria collettiva e nei contributi storiografici successivi.

Sono stati presenti giornalisti e soci. Hanno trattato il tema dell’inopportunità della statua, inaugurata il 29 maggio a San Leucio, dai vari punti di vista storico, civile e pedagogico (mai si devono onorare tiranni assassini, specialmente nella repubblica italiana liberale, democratica, per origini e articolazione programmatica) la Prof.ssa Anna Poerio Riverso, la Dott.ssa Antonella Orefice, il Prof. Giancristiano Desiderio e il preside Prof. Nicola Terracciano. 

Non solo l’inopportunità, ma anche lo scandalo civile, sono stati richiamati nei loro vari aspetti, in riferimento all’inaugurazione in spazio pubblico con cerimonia pubblica della statua raffigurante Ferdinando IV di Borbone, sovrano assoluto, persecutore feroce dei suoi oppositori e il più accanito nemico con tutta la sua dinastia dell’Unità e della Libertà d’Italia.

Come osservava Terracciano, «Si tenga conto, , che si è onorato con cerimonia pubblica e presenza ecclesiastica l’assassino di un vescovo nobile e innocente come Mons.Michele Natale, titolare della sede di Vico Equense (ora incorporata in quella di Sorrento), nativo della provincia di Caserta, a Casapulla. Sono state richiamate le grandi Figure solenni dei Martiri della Repubblica Napoletana del 1799, come Domenico Cirillo di Grumo Nevano, Vincenzio Russo di Palma Campania, Francesco Bagno di Cesa, Ercole d’Agnese di Piedimonte d’Alife, Leopoldo De Renzis di Capua, Nicola Mazzola di Durazzano, rimanendo alla sola provincia di Caserta di allora. Anche Santa Maria Capua Vetere conobbe Martiri del 1799,con le figure di Teresina Ricciardi e del parroco Mariano Capi, per mano dei sanfedisti guidati dal Cardinale Ruffo».

Inoltre è stato ricordato che Ferdinando IV era il sovrano legittimo e onorato dei lazzari napoletani, che in suo nome giunsero ad oltraggiare a Piazza Mercato a Napoli i cadaveri di innocenti e compirono atti subumani di cannibalismo, che fecero inorridire la stessa Europa assolutista.

Un minuto di silenzio è stato osservato per i Martiri del 1799, anche tenendo conto che il 13 giugno ricorda l’estrema difesa eroica dei Martiri del Forte di Vigliena.

La Prof.ssa Poerio ha evidenziato che: un sovrano che ha calpestato la costituzione, ha fatto condannare a morte e perseguitato i suoi oppositori, non merita una statua perché in questo modo si oltraggiano tutte le vittime innocenti da lui condannate sia nel 1799, sia nel 1821.

La finezza critica ed interpretativa di Orefice e Desiderio ha portato a cogliere tutti i vari momenti della vicenda borbonica meridionale da Carlo III a Francesco II e le occasioni storiche che si sono avute, tutte mancate per il loro assolutismo clericale tenace e indiscutibile, oltre che sanguinario.

Invece di una statua al re assassino (che già ce l’ha a Piazza Plebiscito) occorre innalzare un monumento ai Martiri del 1799 a Piazza Mercato, che si aspetta da 223 anni. 

Il comitato ad unanimità, ha deciso di inviare una lettera a tutti i sindaci e consiglieri dei Comuniche hanno dato i natali ai Martiri del 1799, affinché deliberino una protesta e la richiesta di togliere la statua dal luogo pubblico con il carico negativo simbolico che esso contiene. E’ stato proposto che la deliberazione venga mandata al Presidente della Repubblica, garante e difensore dei valori e della memoria dell’Italia una, libera, repubblicana, così platealmente e tragicamente offesa.

Se si accetta senza reazione energica collettiva e istituzionale che si onori un tiranno per un opificio setaiolo, chi potrà opporsi a statue di Mussolini per le sue iniziative della bonifica pontina, delle nuove città, dell’Eur e tanto altro?

L’appello è naturalmente esteso a tutte le comunità italiane, che sentono questo scandalo di memoria e ad enti ed associazioni che sentono di aderire in tal senso.

A conclusione dell’incontro, il comitato auspica una sentita protesta, uno scatto di reazione civile da Nord a Sud potrebbe aprire un raggio di luce e di speranza degni di un vero Popolo, che sa distinguere nettamente e decisamente i Martiri dai loro assassini e li sa onorare.

A cura di: Raffaele Fattopace

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