Un microrganismo che si annida nell’intestino e nell’apparato riproduttivo delle zanzare sembra bloccare del tutto l’ingresso, negli insetti, del Plasmodium falciparum, il parassita che causa la malaria nell’uomo. La scoperta pubblicata su Nature Communications, è di quelle destinate a un’ampia risonanza, dato che il microrganismo – un fungo scoperto in Kenya – è del tutto innocuo per le zanzare e già presente in natura. Se riuscissimo a controllarne la diffusione, potrebbe costituire un’arma efficace per arginare una malattia che uccide ogni anno 400 mila persone, in buona parte bambini sotto i cinque anni.
![](https://www.linkabile.it/wp-content/uploads/2020/06/5c27a90b3ac4e2635a4bb0e6d14f86ff_XL.jpg)
UN PARASSITA SCACCIA L’ALTRO. I ricercatori del Centre of Insect Physiology and Ecology in Kenya e dell’Università di Glasgow si sono imbattuti nel microrganismo studiando alcune popolazioni di zanzare sulle sponde del Lago Victoria, in Kenya. Il Microsporidia MB è un parassita unicellulare del regno dei funghi o di un gruppo tassonomico ad esso affine. Vive nell’intestino o negli apparati riproduttivi delle zanzare anofeli, in una sorta di simbiosi: in Kenya, nessuna delle zanzare infettata da questo strano ospite era portatrice del plasmodio della malaria. Il fungo sembrerebbe avere un effetto protettivo sulle zanzare, ed è stato riscontrato nel 5% di quelle analizzate.
DI MADRE IN FIGLIA. Gli esperimenti in laboratorio hanno confermato non solo che il microrganismo conferisce una protezione efficace al 100% contro la malaria, ma anche che esso può essere trasmesso da un esemplare adulto all’altro attraverso l’atto sessuale, e dalle zanzare femmine alla prole. Le ragioni dell’azione antinfettiva non sono ancora chiare: può darsi che il protozoo agisca sul sistema immunitario degli insetti o che abbia un’influenza sul loro metabolismo, rendendo l’organismo fortemente inospitale al plasmodio della malaria.
![ciclo-della-malaria zanzare, zanzara anofele, plasmodio, Plasmodium falciparum, malaria, Anopheles gambiae, epidemie](https://www.focus.it/site_stored/imgs/0005/010/ciclo-della-malaria.570.jpg)
CONTAGIO POSITIVO. Per intaccare in modo efficace la trasmissione della malaria da parte delle zanzare anofeli, occorrerebbe che almeno il 40% di esse fosse “portatrice sana” del Microsporidia. Per farlo si stanno studiando due strategie: rilasciare le spore del fungo nell’ambiente in grande quantità per infettare le zanzare, o contagiare in laboratorio le zanzare maschio (che non pungono) per fare in modo che trasmettano il fungo alle femmine durante l’accoppiamento. L’idea di sfruttare un microrganismo per controllare un’infezione non è nuova ed è già stata sperimentata con il Wolbachia, un tipo di batterio naturale delle zanzare che rende le femmine dell’insetto sterili e che si è usato per contenere la dengue e Zika.
A differenza di altre strategie più criticate per eradicare la malaria, questa dovrebbe essere meno controversa perché sfrutta un microrganismo già presente in natura, che non uccide le zanzare e non provoca estinzioni nelle loro popolazioni.