Cultura

Nuovo Teatro Sancarluccio presenta “L’altrui misura”

Da venerdì 25 a domenica 27 febbraio(venerdì e sabato ore 21:00 e domenica ore 17:30), presso il Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, si terrà lo spettacolo “L’altrui misura”. Nato da un’idea di Guido Del Vento, in scena nello steso unitamente all’attrice Martina Montini, questo testo “comico-riflessivo” è scritto e diretto da Lucilla Lupaiolo e Alessandro Di Marco.

 

 

Dopo aver riscosso numerosi consensi di pubblico in numerosi teatri italiani, questo spettacolo che approda per la prima volta a Napoli, è incentrato sull’intolleranza, ed anche sulla difficoltà di comprensione, delle cosiddette “differenze”. Ampio il ventaglio delle diversità affrontate in chiave tragicomica: la sessualità, la disabilità, la mamma stressata, il trans. Una ruota in cui tutti i personaggi si puntano il dito diffidando l’uno dell’altro.

Questa commedia, esilarante, leggera e coinvolgente, dà voce alle “diversità” e ai cosiddetti diversi, giocando sulla reciproca diffidenza: voci che, dissentendo, possono fare fronte comune e vincere l’intolleranza e il perbenismo.

“L’altrui misura” indaga con ironia il tema della diversità e della difficoltà di gestire e integrare categorie che, spesso, sentiamo diverse e lontane da noi. Un giovane uomo, specchio del pensiero di molti di noi, si incontra e si scontra con la paura ancestrale di non essere abbastanza, di non essere adeguato, vestendo anche i panni di personaggi scomodi e disagiati più di lui. Lascia la parola a un disabile, immobilizzato su una carrozzina, arrabbiato con un gay che vive nel suo stesso palazzo, furente, a sua volta, con una mamma sotto pressione – presa e persa fra figli pannolini e pasti da preparare – che accenna a una trans che non tollera il disabile perché crede che un uomo in carrozzina non deve chiedere ogni giorno, a differenza di lei, il permesso di essere se stessa.

I personaggi di questo spettacolo giocano con le parole e con le loro vite, si passano la parola, interagiscono con il pubblico, alternano ritmi, risate e riflessioni per sondare il terreno dove si ancora la radice che li incatena al seme dell’intolleranza, provando ad estirparla.

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