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PELE’. Un documentario sul Re del calcio. Disponibile su Netflix

Arriva sulla piattaforma digitale Netflix l’atteso documentario sul re del calcio Pelè, tra immagini di gloria e fragilità di un uomo che ha fatto la storia del mondo dello sport. Il titolo è proprio: ‘’Pelè, il re del calcio’’.

Il documentario è stato affidato al regista Kevin Macdonald. Vincitore Oscar per “One day in September”. Il regista ha deciso di puntare su un documentario che possa raccontare una realtà sconosciuta ai tifosi del campione. Macdonald ha deciso di raccontare Pelè in modo inedito. Raccontando fragilità e segreti.

Il film-documentario è divenuto disponibile nella scaletta Netflix da ieri. Il racconto parte dal 1958, dunque, quella della prima incoronazione mondiale all’età di 17 anni. Il documentario procede per i successivi anni raccontando gioie e dolori del campione fino all’anno del suo ultimo trionfo. Il 1970. Ricordiamo che EDSON ARANTES, nome di battesimo di PELE’, è stato l’unico a vincere tre campionati del mondo con la nazionale brasiliana. Non a caso è il simbolo della nazione e non solo del mondo del calcio.

Se volessimo analizzare le immagini del film, sono una vera e propria gioia per gli occhi dello spettatore. Infatti, le immagini ricordano e rianimano quelle che sono state le “imprese” del giocatore e non solo. L’ex numero 10 racconta il suo rapporto con la dittatura brasiliana, le immense pressioni, i dolori oltre alle gioie, le infedeltà coniugali e i bambini segreti. Molti lo hanno criticato per il suo atteggiamento docile nei confronti del potere militare dagli anni 60 fino agli anni 80.

Il racconto di Pelè può essere racchiuso in quelle sue parole che hanno fatto la storia di un idolo: “Non credo che avrei potuto fare qualcosa di diverso. Non ero Superman. Non ho fatto miracoli”. Possiamo dire tranquillamente che in queste parole possiamo trovare racchiuso un Pelè diverso più incerto, lontano dal personaggio fiducioso con il sorriso immancabile, un Pelè possiamo dirlo con la totale stima assolutamente più vero.

A cura di Fernando Giordano

 

 

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