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Peluso: «A parità di ruolo, -16% alle donne»; Amato: «Nessuna parità se si parla ancora di quote rosa»

Foto RadioClub91 (1)Ai microfoni di Radio Club 91, ospiti della trasmissione “Dentro i fatti” condotta da Samuele Ciambriello, due donne a confronto. Gabriella Peluso, giornalista e capo ufficio stampa della Regione Campania, che ha presentato il suo libro “Tre sindacalisti alla Regione”, ed Enza Amato, segretario del circolo PD di Fuorigrotta.

Gabriella, il 5 marzo hai presentato presso l’Università Telematica Pegaso il libro “Tre sindacalisti alla Regione” di cui sei autrice. Chi sono questi tre sindacalisti?

Peluso:  «I miei tre sindacalisti sono gli ex Presidenti della Regione Campania, Antonio Rastrelli, Antonio Bassolino e l’ex vicepresidente del Consiglio regionale campano, Salvatore Ronghi. Ho individuato loro come rappresentanti di una politica dall’animo sociale che ha segnato tutte le loro attività istituzionali, e che dovrebbe essere il punto di riferimento per chiunque voglia fare politica.»

Si potrebbe quindi dire che essere sindacalisti in politica è una forma mentis?

Peluso:  «È sicuramente una forma mentis, un modo di essere, un valore aggiunto. Al di là delle cariche rivestite, ciò che conta è l’animo sociale. E la politica, per tornare ad aver un ruolo e riacquistare una credibilità agli occhi dei cittadini, deve assolutamente riconquistare la volontà di occuparsi dei problemi della gente e in particolare delle fasce più deboli.»

Quando uno dice “sindacalista della Regione” dice “la priorità della politica è il lavoro”?

Peluso: «È certamente il lavoro la priorità della politica, ma anche e soprattutto creare le condizioni economiche affinché ci sia occupazione. Noi siamo in una Regione in cui c’è una forte diversificazione industriale. Bisogna creare le condizioni affinché gli investitori vengano in Campania e creino nuovi posti di lavoro.»

Enza, tu sei il segretario del circolo PD di Fuorigrotta. Chi dice Fuorigrotta pensa allo stadio San Paolo, chi dice Fuorigrotta-Bagnoli pensa allo sviluppo di quell’area attraverso Bagnoli, ma sia il Comune di Napoli che il Governo nazionale non stanno facendo nulla.

Amato: «Questa è una ferita aperta anche per noi. Ricordiamo tutti che lo scorso agosto il Presidente del Governo, Renzi, è venuto a Città della Scienza, dicendo che sarebbe tornato a novembre con delle soluzioni per la riqualificazione dell’area di Bagnoli. A novembre è diventato legge il decreto “Sblocca Italia”, con cui il Governo ha scelto di lasciare fuori il Comune di Napoli dai processi decisionali in materia urbanistica. Questa decisione non è piaciuta a me come non è piaciuta a tanti del nostro partito. Ed è per questo che ci siamo messi a lavorare per cercare di trovare una soluzione e riscrivere l’articolo 33 del decreto.»

L’altro ieri abbiamo festeggiato l’8 marzo, la giornata internazionale della donna. Sono tanti i diritti che avete conquistato. Secondo voi è stata raggiunta una parità tra i sessi?

Amato: «Non si può ancora parlare di parità. È necessario ancora un lungo percorso sia culturale che legislativo, da perseguire e perseverare con forza, sia da parte delle donne che da parte degli uomini. Ma se si continua a parlare di quote rosa, di voler garantire posizioni sia in politica che nella Pubblica Amministrazione, e si continua a parlare di posti dirigenziali in base alla percentuale, vuol dire che c’è ancora tanto lavoro da fare.»

Peluso: «La Regione Campania è stata la prima Regione in Italia a dotarsi, nella passata legislatura, della legge elettorale che ha introdotto la preferenza di genere. Questa è senz’altro una conquista di enorme importanza che ha portato in Consiglio Regionale tantissime donne elette che hanno offerto un importante contributo nell’amministrazione locale. C’è però tanto ancora da fare sul piano delle pari opportunità, e quindi ben vengano quelle normative che incentivano la partecipazione delle donne alla vita pubblica. C’è tanto da fare soprattutto sul piano sociale e culturale perché nonostante noi donne siamo più preparate, più colte e più in gamba, a parità di ruolo, il nostro compenso è il 16% in meno rispetto agli uomini.»

Durante la trasmissione è intervenuta anche un’altra donna, Lia Imazio, Presidente di Donna Pink, associazione che promuove la libertà e le pari opportunità per le donne.

Spesso, quello che le donne non dicono è la violenza che subiscono. Quando una donna decide di denunciare, trova le Istituzioni e Associazioni pronte ad ascoltarla?

Imazio: «Le donne subiscono non solo violenza in senso prettamente fisico, ma anche e soprattutto quella morale, subiscono l’assoggettamento, la mancanza di dignità e di rispetto, e questo accade soprattutto tra le pareti domestiche.  Le Associazioni ci sono, e sono anche tante, ma ancora poco aiutate. Noi mettiamo al servizio delle donne tutto quello che possiamo, per questo “Donna Pink” aprirà nei prossimi giorni un altro sportello di ascolto, ma chiediamo aiuto alle Istituzioni. Purtroppo da sole non ce la facciamo. Nessuno si salva da solo.»

 

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