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Tossicodipendenti e rifugiati politici: il “Borgo” di Roccabascerana

Siamo a Roccabascerana, comune della provincia di Avellino che può contare poco meno di duemilaquattrocento anime, e proviamo a visitare il “Borgo”, comunità terapeutica e centro di accoglienza per rifugiati politici, situato in contrada Selvarana. La struttura, che si colloca nel paesaggio naturale che caratterizza il comune di Roccabascerana, è operativa da poco più di otto mesi, e ospita, al momento, circa dieci rifugiati politici, provenienti per la maggior parte dalla Nigeria, e un tossicodipendente. Insomma, ci si “scontra” davvero con situazioni e problematiche che conquistano ogni giorno un po’ di terreno, diventando sempre più invasive nella nostra vita quotidiana. Sarebbe, perciò, davvero sbagliato voltare le spalle e far finta di niente.

Al Borgo incontriamo i ragazzi rifugiati, ognuno con la sua storia, ma accomunati tutti dal fatto che la loro terra è ormai scenario di guerra, fame e violenze. Sembra di capire che la loro presenza qui, e in generale in Italia, sia temporanea. Come ognuno di noi, anche loro, nel desiderare una vita normale e dignitosa, hanno voglia di mettersi in gioco, di trovare un lavoro, semmai sperando di poter aiutare qualche familiare che è rimasto indietro, nella sua terra.

Manifestano questa loro volontà senza alcuna pretesa, nel rispetto degli altri.

Incontriamo inoltre il responsabile del centro, Angelo Moretti, il quale ci presenta il Borgo: «In primis vi è da dire che questo luogo di accoglienza e promozione umana nasce dal fortunato incrocio di due volontà.  Lo slancio pastorale del nostro Arcivescovo, Andrea Mugione che, fin da quando avviò il suo episcopato a Benevento, chiese con forza alla Caritas un segno concreto di vicinanza alle famiglia colpite dalla tragedia sociale delle dipendenze patologiche, e la volontà della comunità territoriale di Roccabascerana, che dal 1999 ha avviato la realizzazione di una Comunità Terapeutica con una progettazione ministeriale. Quando nel 2009 queste due realtà si sono incontrate è nato il “Borgo”. La Caritas Diocesana, aiutata dal Consorzio Mediterraneo Sociale guidato dall’eccellente Salvatore Esposito, fondatore della Comunità Il Pioppo, ha infatti da subito rivisitato la vecchia progettazione della Comunità della contrada di Selvarana, perché intravedeva il pericolo di una ghettizzazione del problema, ed il ritorno a logiche “separatiste” basate sulla costruzione di splendide ville fuori dai centri abitati, in cui la gente dovrebbe curarsi.  La Caritas crede fortemente, ed il Comune di Roccabascerana anche, che il disagio non si vince mai con l’isolamento ma favorendo sempre lo scambio tra agio e disagio, tra cittadini e pazienti, habitat naturale e luogo di cura, tra la cura della persona e la cura delle relazioni, con gli altri ma anche con l’ambiente».

Il dottor Monetti ci spiega il progetto, le attività, il cammino da fare con la comunità locale: «Questo è il progetto del Borgo: 30 posti letto, una sala conferenze, laboratori e un grande refettorio, che potranno accogliere giovani affetti da dipendenze patologiche ma anche famiglie di turisti in visita al Bosco, giovani immigrati in cerca di un futuro migliore, gruppi parrocchiali, eventi culturali e formativi.  Il Borgo diventerà presto un eccellenza regionale in campo naturalistico, del welfare, della produzione e del ….cinema! Perché tra i tanti laboratori ne nascerà uno specifico sulle produzioni filmiche da cui ci aspettiamo tanto. In questo movimento positivo di solidarietà gli ospiti che si rivolgeranno a noi per il proprio recupero personale e la propria riabilitazione, non si sentiranno travolti, ma coinvolti, non utenti o pazienti, ma cittadini. Solo se la Caritas saprà annunciare un patto di fraternità, con loro, agli abitanti di Rocca, solo se tutti li sentiranno come cittadini con un disagio, e non un problema per i cittadini».

Il Borgo è in definitiva una grande scommessa evangelica, culturale e potremo dire Costituzionale, perché raccoglie in sé i principi cardine della nostra Carta. Cercando di praticarli e farli praticare davvero.

Si legge, nelle parole del responsabile, un messaggio di grande speranza, la volontà di dare un’opportunità a chi è stato meno fortunato o vive nelle difficoltà. E questo messaggio rappresenta al contempo un’opportunità per lo stesso comune di Roccabascerana e per i suoi cittadini, un’occasione per crescere assieme e condividere parte di questo percorso di crescita, arricchito dalle diversità culturali e non solo, durante il quale ognuno ha davvero la possibilità di essere vicino a chi ne ha più bisogno. È il momento giusto per tirar fuori il coraggio e abbattere, così, i muri dell’indifferenza!

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