Cultura

Università e comunicazione nell’era di Papa Francesco

Il pontificato di Papa Francesco apre una nuova era, quella della comunicazione interreligiosa e interculturale. «Dialogare non significa rinunciare alle proprie idee e tradizioni, ma alla pretesa che siano uniche e assolute. Dialogare significa altresì essere convinti che l’altro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al suo punto di vista, alle sue proposte». Raffaele Luise, decano dei vaticanisti Rai, ha usato queste parole di Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali. Un punto di partenza fondamentale per illustrare i fondamenti della nuova stagione di comunicazione inaugurata dal Papa in questo primo anno di pontificato.

Ed è proprio in questo nuovo clima di dialogo che per la prima volta in Italia, un’Università laica come il Suor Orsola Benincasa di Napoli apre un nuovo percorso di formazione dedicato appunto alla comunicazione interreligiosa e interculturale. Un master di primo livello rivolto ai mediatori culturali e sociali, agli insegnanti di religione, ai membri delle Forze dell’Ordine, agli studiosi di scienze politiche e pedagogico-sociali, ai religiosi e ai comunicatori esperti di new media. L’obiettivo di questo nuovo percorso di studi, aperto a 50 laureati, è quello di formare una nuova figura professionale in grado di svolgere l’attività di mediazione e di orientamento al dialogo interreligioso. Un punto cruciale, questo,  per la comprensione e la gestione delle società contemporanee prettamente multiculturali e multireligiose.

«Un’ Università che si apre sempre di più alla nuova realtà sociale in divenire nell’era della globalizzazione e della multietnicità delle città», come evidenzia il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro, sottolineando come questo innovativo percorso formativo si inserisca nella scia del nuovo modo di fare comunicazione religiosa ed interculturale lanciato da Papa Francesco, che usa modelli comunicativi semplici e vicini ai giovani e proprio per questo di grande impatto.

«Questo nuovo percorso di alta formazione» spiega Raffaele Luise «nasce in sintonia, da una parte, con il grande lavoro svolto dalla Curia di Napoli, in cooperazione con la Comunità di Sant’Egidio, nel campo del dialogo tra le diverse etnie, culture e religioni presenti sul territorio, e dall’altra con la ricca tradizione di relazioni e dialogo con l’Oriente che ha sempre caratterizzato la storia partenopea.»

La Curia di Napoli infatti ha voluto sottolineare la sua vicinanza al progetto con una dichiarazione del Vicario Episcopale alla Cultura, Adolfo Russo, che evidenzia come «la multietnicità deve rappresentare una grande risorsa anche per Napoli, che è una città al centro del Mediterraneo e degli scambi di culture e tradizioni diverse ed il passo avanti che bisogna fare, anche grazie a questo importante percorso formativo universitario, è quello di riuscire a passare dalla multietnicità alla interetnicità, superando il limite dello scarso dialogo con la diversità, che può e deve essere invece un valore aggiunto per lo sviluppo di una città come Napoli.»

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