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CARCERE. Giornata della memoria e dell’impegno. Il Garante Campano: “Questi incontri promuovono la responsabilizzazione degli autori di reati”

In vista della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti, che si terrà lunedì 21 Marzo a Napoli, il Garante campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello, d’intesa con l’associazione Libera e il Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti di camorra, ha organizzato una serie di incontri-testimonianze nelle carceri.

Il primo incontro si è tenuto oggi nel carcere di Poggioreale con le testimonianze di Claudio Salvia e Lucia Di Mauro, e il presidente di “Libera” per Napoli Antonio D’Amore. Presenti all’incontro, il Direttore di Poggioreale Carlo Berdini e Assunta Borzacchiello del Provveditorato Campano  dell’Amministrazione Penitenziaria.

Persone che hanno subito una grande lacerazione, per mano della camorra e della violenza, che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di queste persone. Una testimonianza profetica di giustizia riparativa rivolta ai responsabili dei reati. Questi incontri portano alla responsabilizzazione degli autori di piccoli e grandi reati e, se sono terreno fertile, a programmi di riparazione e di integrazione sociale, così come previsto dalla Costituzione“, così ha dichiarato il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello introducendo i lavori.

Claudio Salvia, funzionario del Ministero dell’Interno è figlio di Giuseppe Salvia, ex vicedirettore del carcere di Poggioreale assassinato dalla criminalità organizzata (all’epoca capeggiata da Raffaele Cutolo, a capo della Nuova Camorra Organizzata).

È un cammino pieno di ostacoli anche quello che ha scelto di percorrere Lucia Di Mauro, vedova Montanino. Gaetano, il marito, lavorava come guardia giurata e fu ucciso mentre era al lavoro la sera del 4 agosto 2009 in piazza Mercato da quattro giovanissimi che volevano rapinargli la pistola. Aveva 45 anni e una bambina ancora piccola. Antonio, il più giovane degli autori dell’omicidio, non aveva ancora compiuto diciassette anni, aveva anche lui un bimbo, concepito appena una settimana prima.

All’incontro cosi ha esordito Claudio Salvia nel suo intervento: “Questo carcere è intestato a mio padre Giuseppe Salvia, per noi familiari delle vittime innocenti il fine pena mai! Pur comprendendo che spesso chi si trova in questi luoghi come ospite perché non ha famiglie forti alle spalle io dico che dovete utilizzare questo tempo per ripartire e vivere la resilienza”.

Toccante la testimonianza di Lucia Di Mauro l’esordio è provocatorio: “Siamo tutti frutto del male di questa città! La metà delle vittime innocenti dell’Italia è della nostra Regione, perché tanto male? Tanta violenza? Tanto odio? La memoria dei nostri cari passa anche attraverso la consapevolezza degli errori di chi ha commesso reati anche gravi ma vogliamo essere per voi un ponte”.

Domani nel carcere di Secondigliano oltre ai rappresentanti di “Libera” ci saranno le testimonianze di due familiari delle vittime innocenti: Bruno Vallefuoco ed Emanuela Sannino, figlia di Palma Scamardella uccisa a Pianura a 35 anni nel 1994.

Gli incontri, promossi dal Garante e dall’Associazione Libera continueranno nei prossimi giorni nelle carceri di Avellino e Salerno e si concluderanno venerdì in quello di Santa Maria Capua Vetere.

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