GIORNATA PER LE VITTIME E GLI INCIDENTI SUL LAVORO. FACCIAMO FINIRE QUESTA STRAGE: NEL 2018 CI SONO STATI 1218 MORTI E 645MILA INFORTUNI SUL LAVORO.

La sicurezza sul lavoro è la priorità per il futuro delle persone. La politica non ne parla di questa strage e di questi numeri impressionanti. Il Capo dello Stato, nel suo messaggio inviato all’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, sollecita “le istituzioni e la comunità” a “reagire con determinazione e responsabilità” per prevenire tragedie che “continuano a essere quasi quotidiane”.Anche oggi, 13 ottobre, nella Giornata nazionale per le vittime del lavoro, ci si chiede perchè aumentano i morti e gli incidenti sul lavoro. Dovremmo chiederci perchè non diminuiscono, perchè c’è la possibilità di sfuggire alle norme sulla prevenzione. Chiederci perchè sono dimuniti gli ispettori della ASL, perchè si attendono gli ispettori del lavoro, perchè ogni Regione adotta una propria politica di prevensione. Chiederci perchè lo Stato fa poco per garanire la sicurezza e spendere le sue migliori conoscenze tecniche,investigative, e produrre risultati. E infine perchè la magistratura che spesso inzia i processi male e  che finiscono peggio, non condanna in breve tempo i responsabili e non individui le cause.La Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro è un’occasione preziosa per riflettere sui dati, tuttora così preoccupanti, delle morti e degli infortuni dei lavoratori e per far crescere la cultura e l’impegno della sicurezza nei luoghi di lavoro.

“La sicurezza di chi lavora è una priorità sociale ed è uno dei fattori più rilevanti per la qualità della nostra convivenza”. Il messaggio che Sergio Mattarella invia a Zoello Forni, presidente dell’Anmil – Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro – in occasione della 69esima edizione della Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro che si celebra a Palermo, sollecita “le istituzioni e la comunità” a “reagire con determinazione e responsabilità” per evitare che i lavoratori diventino vittime perché, aggiunge il Capo dello Stato, “non possiamo accettare passivamente le tragedie che continuiamo ad avere di fronte”. Anmil ricorda che  a fronte di circa 645mila denunce di infortuni in Italia nel 2018, i casi mortali sono stati 1218, una settantina in più rispetto al 2017, con una crescita annua del 6%. Secondo i dati dell’Inail non ancora definitivi le morti sul lavoro accertate nel 2019 sono 704.Purtroppo le notizie di incidenti mortali continuano a essere quasi quotidiane. Alla scomparsa di un congiunto segue una grande sofferenza, anche economica e sociale della sua famiglia – ha continuato Mattarella nel suo messaggio -. Ancor di più sono i feriti sul lavoro e non pochi subiscono invalidità permanenti con conseguenze fisiche e morali assai serie, talvolta persino drammatiche. Facciamo finire questa strage.

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