UN CAPITALISMO FINANZIARIZZATO, LA PANDEMIA,E LE NUOVE FORME DI POVERTA’ E DISEGUAGLIANZE. E LA POLITICA?

La pandemia sociale in Italia ha ora una fisionomia ben definita. La povertà non è stata ancora abolita, anzi. Dai rapporti della  Caritas, dell’Istat ai rapporti di Eurostat verso gli obiettivi dello sviluppo sostenibile,  fotografano infatti lo scenario economico e sociale dell’attuale crisi da Covid19, lanciando l’allarme su “il tempo di una grave recessione economica” in arrivo e la nascita conseguente di nuove forme di povertà, proprio come avvenuto dopo la crisi del 2008. Si attendono risposte dalla politica nel difficile equilibrio tra salute ed economia. Povertà e diseguaglianze un binomio da brividi. occorrono subito provvedimenti concreti. Adesso occorre il tempo  non da perdere, ma da spendere.I numeri di questi rapporti poi vanno letti e vanno interpretati: se non ci si fermasse ai tweet di qualche capopolo si potrebbe scoprire che il profondo senso di ingiustizia e di insicurezza che attanaglia il Paese  sono il risultato di una disperanza sociale che inchioda milioni di italiani( giovani, donne e disoccupati) a un futuro ineluttabilmente sempre uguale a se stesso, senza occasioni, senza opportunità.

La strada per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) è ancora lunga, e per l’Italia in particolare bisogna fare sforzi per ridurre le disuguaglianze, trovare un lavoro adeguato a tutti, rafforzare la qualità dell’istruzione e costruire partnership globali. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Eurostat sui progressi dei Paesi europei verso gli SDG, che monitora i progressi degli ultimi 5 anni.

Sugli obiettivi di riduzione delle disuguaglianze e costruzione di partnership globali, l’Italia non solo è sotto la media Ue ma sta addirittura arretrando dal target.

Pur avendo fatto dei progressi sull’istruzione e il lavoro, resta molto al di sotto della media europea. Il principale punto debole è la lotta alle disuguaglianze, peggiorata di 1,4 punti percentuali nell’arco degli ultimi cinque anni. Ad esempio, l’Italia è uno dei pochi Paesi in Ue dove la percentuale di persone a rischio povertà è salita (dal 28% al 30%) invece di scendere, come avvenuto alla media europea.Per quanto riguarda l’istruzione, l’Italia si trova 30 punti percentuali sotto la media Ue, con un progresso nel 2020 stimato in 0,3 punti percentuali rispetto al 2015. Questo perché resta comunque, assieme alla Romania, il Paese con il livello più basso di diplomati. Anche se la situazione nel 2020 è in leggero miglioramento rispetto al 2015. È anche tra i Paesi con il minor tasso di alfabetizzazione informatica tra adulti (solo il 40% ha competenze di base, contro la media europea che sfiora il 60%).

Le troppe forme di lavoro precario, la povertà di chi lavora anche a causa del massiccio uso della cassa integrazione nelperiodo del Covid 19(che riduce le buste paga) nel lavoro dipendente e delle chiusure per chi fa un lavoro indipendente. Sono dati allarmanti, una bomba sociale che chiede allla politica di “agire» di fronte alle disuguaglianze che aumentano. Che siamo al cospetto di un capitalismo finanziarizzato che depreda l’economia reale e gioca sino all’assassinio speculativo con la vita delle persone non è uno «slogan ideologico», è una realtà. Ideologico è non vedere la realtà.

Papa Francesco in questi giorni ha parlato a Roma agli operatori delle Caritas parrocchiali e li ha esortati:”È bello allargare i sentieri della carità, guardare la realtà non dalla prospettiva dei vincenti ma da quella degli ultimi, dei poveri. È da loro che si parte, dai più fragili e indifesi. Si deve allargare lo sguardo, ma partendo dagli occhi del povero. Quando il nostro cuore, guardando i poveri non si inquieta, qualcosa non funziona”. È da loro che si parte, dai più fragili e indifesi, ha incoraggiato il Pontefice, ricordando di averne parlato qualche giorno fa con il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento. “La carità è la misericordia che va in cerca dei più deboli, che si spinge fino alle frontiere più difficili per liberare le persone dalle schiavitù che le opprimono e renderle protagoniste della propria vita – ha spiegato Francesco -.

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