Economia e Welfare

“LA LETTURA LIBERA”, A POGGIOREALE L’INCONTRO CON LE SCRITTRICI ILARIA URBANI E ROSANNA DI CROSTA LANDI

Continua l’iniziativa “La lettura libera” promossa nel carcere di Poggioreale dall’associazione La Mansarda, di Samuele Ciambriello.
Domani pomeriggio alle 14.30 i detenuti dei padiglioni Livorno e Firenze, dopo averne letto i libri in queste settimane con i volontari dell’associazione, incontreranno due scrittrici: Ilaria Urbani, autrice de La buona novella – Storie di preti di frontiera (prefazione di Roberto Saviano, Guida editore), e Rosanna Di Crosta Landi, autrice de I giorni dell’assenza (prefazione di Vittoriana Abate, Graus editore).
La buona novella – Storie di preti di frontiera è il libro dedicato don Peppino Diana, che porta lo stesso titolo di un celeberrimo album di Fabrizio De André e racconta tredici storie di parroci che hanno sacrificato – e a volte anche messo a rischio – la propria vita a favore degli ultimi e degli svatanggiati. «Tredici uomini coraggiosi che ci mostrano quotidianamente cosa voglia dire la parola missione, cosa significhi amare il prossimo e cosa sia davvero la chiesa. Questa carrellata di storie necessarie, di esperienze uniche, mostra chiaramente come dal racconto, dalla denuncia possa arrivare il riscatto. Come dal racconto di tredici vite eccezionali, fatte di vittorie e spesso di sconfitte, si possa comprendere una terra e amarla anche se non ci appartiene», è quel che scrive Roberto Saviano nella prefazione.
I giorni dell’assenza, invece, racconta la storia vera di una perdita, l’addio di una donna al proprio marito, il desiderio di abbandonarsi all’oblio e allo stesso tempo di resistere per amore dei figli. «Roberto e Rosanna erano entrambi un bicchiere mezzo pieno, la loro sintonia e la loro arte del conversare – sostiene Samuele Ciambriello  –  viene fuori attraverso le pagine di questo libro. Il suo parlare ci appassiona… Rosanna ritrae dettagliatamente momenti della sua famiglia attraverso una fotografia in bianco e nero della realtà. In questa narrazione c’è un dialogo che non necessita di un eroe di turno: l’autrice non parla di Roberto come se fosse l’eroe di turno e non parla di se stessa come se fosse la vittima innocente».
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