Cultura

LO SCRITTORE FRANCO DE LUCA PRESENTA “LA CHIAMEREMO VITA”, IL NUOVO ROMANZO EDITO DA TULLIO PIRONTI

Abbiamo incontrato Franco De Luca, autore napoletano che ha esordito qualche anno fa con il romanzo “Niente Finisce Mai” (ed. Guida). Franco ci presenta il suo nuovo libro “La chiameremo vita” (Tullio Pironti Editore), dove la città di Napoli fa da sfondo ad un romanzo in cui i sentimenti e la ricerca introspettiva sono protagonisti di queste pagine tutte da leggere

“La chiameremo vita”, arriva in libreria a circa quattro anni di distanza dall’uscita del tuo primo libro “Niente finisce mai”. C’è un filo conduttore che lega i due romanzi?

I lavori sono molto diversi, tuttavia esistono alcuni elementi che vengono riproposti. Diciamo che anche qui si affrontano le tematiche inerenti ai legami: legami tra persone che si amano, legami tra fratelli e legami con i luoghi e con il passato. Sono le dinamiche dei rapporti che mi affascinano in modo Particolare, è in questo preciso segmento che alberga la mia curiosità di scrittore.
Questo libro, come il precedente, è ambientato a Napoli. Cosa c’è di Napoli nei tuoi libri?

In questo libro c’è una prima parte ambientata a Napoli e una seconda in un luogo non definito ma collocabile nel centro della regione. In ogni caso Napoli è presente più che mai. Bisogna inoltre dire che la città non si limita a fare da sfondo ma assume dignità di personaggio centrale… E’ un gran rischio ambientare delle vicende universali a Napoli, lo so bene, è facile cadere nella banalità o nel luogo comune, tuttavia nel mio caso non si tratta di una scelta ma di una necessità, per cui il problema non me lo pongo.

L’amore è protagonista indiscusso del tuo romanzo. Quali altre tematiche e sentimenti sono rintracciabili nel testo?

L’amore è certamente uno dei protagonisti nella mia scrittura, ma qui ci sono altri spunti narrativi non meno importanti. In particolare “La chiameremo Vita” affronta altri due temi a me cari: la ricerca introspettiva per una maggiore consapevolezza di sé e il rispetto e la valorizzazione di tutto ciò che nella nostra società è inteso come “diverso”.

E’ da poco iniziato il tour promozionale del tuo libro. Quali sono i progetti in cantiere per il nuovo anno?

Salvo casi eccezionali, o si ha l’indole di scrivere o quella di vendere, è raro che una persona possieda entrambi le caratteristiche, ma l’editoria moderna prevede che lo scrittore si impegni in prima (per non dire esclusiva) persona per promuovere ciò che ha scritto… Nel prossimo futuro ci saranno dunque una serie di presentazioni per raccontare al pubblico questa storia, sperando di riuscire a trovare anche un po’ di tempo per terminare il nuovo lavoro. 

L’editoria in Campania vive un momento di profonda crisi alimentata da disattenzione da parte delle istituzioni verso questo settore. Come vivi il tuo rapporto con l’editoria del Sud

Io conosco solo la situazione attuale, non so se prima le istituzioni avessero maggiore o minore attenzione verso l’editoria, immagino di sì. Io posso solo dire che oggi è assai difficile trovare un editore disposto a dare fiducia, in maniera disinteressata, a un’opera di un autore sconosciuto. “Niente finisce mai” fu adottato da Alfredo Guida Editore, prima che purtroppo la prestigiosa casa editrice napoletana fallisse, “La chiameremo Vita” invece ha avuto la fortuna di incontrare il favore di Tullio Pironti… mi ritengo un fortunato, anche perché non so quanti altri editori “coraggiosi” esistano nella nostra regione.

Quali sono gli ostacoli che incontra un autore che cerca spazio e affermazione in un mercato monopolizzato dai prodotti dei grandi gruppi editoriali?

Prima una persona che scriveva una buona opera diventava un personaggio pubblico, oggi accade il contrario:  spesso solo a chi è già noto viene data la possibilità di pubblicare un libro. Un autore sconosciuto che ha un’opera da presentare, e che ambisce a una pubblicazione dignitosa, deve munirsi di una forte determinazione e, soprattutto, di molta pazienza. Le porte da cui bussare sono tante e i tempi di attesa molto lunghi, ma alla fine, se il lavoro ha dignità di esistere, prima o poi qualcuno aprirà… Bisogna avere fiducia e non arrendersi mai.

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