Food

Lievito di birra: l’alimento indispensabile del nostro lockdown

Può un ingrediente come il lievito diventare uno dei cibi più acquistati nell’ultimo anno? Ebbene sì, questo semplice cubetto oggi è diventato oggetto del desiderio per migliaia di consumatori italiani.

Il lievito di birra è un alimento indispensabile nella dispensa della nostra cucina, e lo è diventato ancora di più a partire da marzo 2020.

Con l’inizio della pandemia Covid-19, rimanendo in casa tutto il giorno, gli Italiani si sono affascinati alle trasmissioni dedicate a gare di cucina e sfide fra chef, e per questa ragione a partire dalla scorsa primavera hanno sperimentato le più svariate ricette.

Ricordiamo infatti come nei primi mesi sia scomparso da tutti gli scaffali dei supermercati il lievito con la conseguente esplosione delle vendite delle farine. Perché fra le tante ricette che abbiamo sperimentato, il pane e la pizza non potevano mancare. La cucina è diventata così uno spazio creativo per ridurre l’ansia e lo stress da pandemia.

Ma andiamo a scoprire la storia di questo alimento tanto desiderato.

I primi a scoprire il lievito di birra furono gli antichi egizi verso il 1500 a.C. I produttori di birra classificano i lieviti come ad alta o bassa fermentazione.

I lieviti ad alta fermentazione sono così chiamati perché galleggiano sulla superficie della birra. Questi preferiscono temperature più alte, e danno alla birra un profilo aromatico complesso, con toni fruttati e speziati. Il classico lievito ad alta fermentazione è il Saccharomyces cerevisiae, conosciuto come lievito di birra.

I lieviti a bassa fermentazione invece lavorano a basse temperature e alla fine della loro attività si depositano sul fondo.

Quello di cui parleremo oggi però è il semplice lievito da fornaio, ovvero il Saccharomyces cerevisiae, comunemente chiamato lievito di birra.

Ma perché proprio questo nome? Il Saccharomyces cerevisiae è anche detto lievito di birra perché in passato si estraeva dai depositi che si formano durante la fermentazione dei mosti di birra, ma, a livello industriale, oggi è ricavato per lo più dalla melassa di barbabietola, un sottoprodotto dell’industria saccarifera della barbabietola da zucchero, che si separa dallo zucchero per centrifugazione.

Il lievito è alla base di tantissimi prodotti alimentari, tra i più comuni ricordiamo la pasta per il pane, la pizza e i dolci.

Essendo un ingrediente che spesso possiamo incontrare nei cibi che mangiamo, fortunatamente presenta anche tantissime proprietà benefiche… ll lievito, in particolare, è ricco di vitamine del gruppo B, di vitamina E e H e di lipoproteine. Contiene anche fosforo, potassio, magnesio, calcio, zinco, cromo, selenio, ferro, manganese e rame, tutti elementi di cui anche il corpo umano ha bisogno per sostenere il suo metabolismo.

E per chi non lo sapesse abbassa il colesterolo! Le lipoproteine sono del tipo HDL e possono perciò aiutare a combattere il cosiddetto colesterolo cattivo. La vitamina B1 e il cromo, oltre a costituire un sostegno per le funzioni cardiache, sono in grado di ridurre la quantità di zuccheri presenti nel sangue. Le vitamine del gruppo B e la vitamina H sono importanti per il ricambio della pelle.

Il lievito di birra è anche un ingrediente molto semplice da creare con le proprie mani, per i più sfortunati che nel marzo scorso si sono recati al supermercato e non l’hanno trovato, sul web sono girate tantissime ricette per creare il lievito di birra fai-da-te in poche mosse.

Di seguito riportiamo la ricetta, un’procedimento facilissimo che però richiede di pazientare almeno 12 ore per dargli modo di formarsi al meglio.

1. Prendere zucchero e farina e mescolarli all’interno di una ciotola capiente o direttamente in un barattolo di vetro.

  1. Aggiungere pian piano la birra e mescolare bene. (E’ preferibile utilizzare una birra non filtrata e non pastorizzata come quelle artigianali in modo che all’interno sia presente una buona quantità di lieviti)
  2. Coprire il contenitore con la pellicola trasparente per alimenti.
  3. Lasciare riposare in un luogo caldo e privo di correnti per 12 ore o ancora meglio per tutta la notte.

5. Trascorso il tempo di riposo, il lievito auto-prodotto è pronto per essere utilizzato.

E’ interessante ricordare come negli ultimi giorni sia stata organizzata anche una campagna di comunicazione sul lievito presente su welovelievito.it, promossa dal Gruppo Lievito di ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’Industria olearia, dedicata alle diverse anime di questo ingrediente emblematico della nostra cultura alimentare, alla base di prodotti come pane, dolci, vino e birra.

Il sito web come si può intuire dal nome, ha come punto di forza il lievito, “Ingrediente centrale della nostra cultura, delle nostre radici gastronomiche, il lievito è, da sempre, il cuore pulsante di molti momenti di condivisione familiare e di molti tra i più amati cibi e bevande che, ogni giorno, riempiono la nostra vita di gusto!”, come si legge nella homepage.

L’obiettivo è quello di far conoscere al meglio questo prodotto. Il primo appuntamento della campagna, lanciata sui social media, è stato infatti in onore della Pasqua, dove sono state pubblicate una serie di semplici videoricette che mostrano i passaggi per cucinare la famosissima “crescia di Pasqua”.

L’idea, come propone Paolo Grechi, presidente del Gruppo Lievito di Assitol “è di riuscire a parlare al consumatore con facilità, stabilendo una relazione affidabile e sincera“, “Dentro quel cubetto– specifica- c’è un mondo intero da narrare.

Potrebbe piacerti...