NAPOLI:IL DISINCANTO,LA RASSEGNAZIONE E IL LABORATORIO.

Napoli:anche in questi giorni ci si concentra sulla parte trascurando il tutto che la contiene. Le buche, i trasporti, i burocrati, le periferie, il debito,la camorra,….E poi cos’altro? Siamo a Napoli dove la politica non è più leggibile per punti cardinali . Qui dove De Magistris si è fatto incoronare re di Napoli e vuole combattere i poteri forti e corporativi,recuperare l’anima partenopea ed essere laboratorio nazionale.

L’irruzione delle forze antisistema nel campo vuoto della politica  è sicuramente una sirena d’allarme per i partiti. I primi partiti in città sono liste civiche. L’astensionimo in città,però,è una campana a morto per tutti.

Nel disincanto di otto napoletani su dieci, De Magistris  incita il suo popolo e rivolto a Roma, con tono incattivito proclama:”Per 150 anni ci avete rotto le scatole, ci avete detto che cosa dovevamo fare. Tutto questo è finito. Ora napoli decide da sola. Ed io sarò sempre con voi. Non mi lasciate solo perchè gli altri sono una chiavica (una schifezza,ndr).” Insomma De magistris vuole dare dignità nazionale ad una vittoria destinata altrimenti a restare confinata nel campo del folklore. Parla al cuore e ai sentimenti di tanti giovani. Il voto napoletano testimonia però che c’è un voto di appartenenza. Il sindaco vuole rendere collettiva una storia che ha ancora troppi caratteri personali. L’idioma delle appartenenze, l’antirenzismo, l’insofferenza delle regole portano con un pò di populismo alla vittoria e poi? Certamente nei municipi rottamati è nata la terza repubblica. Qualche altra domanda.

Ma come parlerà e rappresenterà i napoletani che non si sentono “napoletanos?”

E per questi quando finirà il tempo del silenzio, della delega e della rassegnazione?

E quali saranno i luoghi per riconnettere il governo e la città?

Quando inizierà il dialogo vero e serrato per costruire risposte concrete ai bisogni concreti dei napoletani?

Una nota per il PD. Il partito a Napoli resta sullo sfondo.Paradossalmente il tema del commissario è ormai un tema minore.Non ha più la centralità. Il partito esce sconfitto dappertutto.Il problema è generale.

Se l’ora è grave attizzare il fuoco amico è l’ultima cosa di cui il PD ha bisogno.

Adesso i napoletani congelati,stanchi,spaventati e incattiviti aspettano risposte,non al guerra dei due mondi!

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