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Larve del verme: i nuovi integratori alimentari

Il grande periodo di crisi che stiamo vivendo (politica, climatica e sociale) ha coinvolto uno dei settori più amati dalle persone: il cibo.

Si sente sempre più parlare di “economizzare le risorse” e un valido aiuto per arrivare a questo obiettivo si rivela il consumo di insetti.

Questi animali, infatti, si trovano in gran numero sulla terra e sono ricchi di tantissimi nutrienti.

Da poco il regolamento europeo, nella Gazzetta Ufficiale, ha approvato le larve del verme congelate ed essiccate, come aggiunta agli alimenti tradizionali.

Il suo consumo, però, non sarà possibile a tutti, infatti l’Efsa, che si occupa della sicurezza alimentare, dichiara: “Gli integratori alimentari contenenti larve di Alphitobius diaperinus in polvere non dovrebbero essere assunti da persone di età inferiore a 18 anni ed è pertanto opportuno prevedere un requisito in materia di etichettatura al fine di informare adeguatamente i consumatori al riguardo”.

La nutrizionista Laura Rossi, come si evince da Ansa, ha affermato inoltre che “per i giovani negli alimenti nuovi vale innanzitutto il principio di precauzione. Per quanto riguarda l’allergenicità, i ragazzi possono essere maggiormente soggetti a queste problematiche magari ancora senza saperlo”.

L’Efsa, infatti, dichiara che ci sarebbe il rischio di allergie, soprattutto da parte di soggetti che già presentano queste reazioni nei confronti di acari della polvere o crostacei.

Per evitare l’insorgenza di problemi tra la popolazione è stata pubblicata una tabella dal regolamento che espone il quantitativo di larve introdotte nei vari tipi di alimenti.

Sebbene molti italiani si ritengano contrari a questo utilizzo per disgusto, il professor Andrea Ghiselli della Sisa afferma: “Occorre distinguere il gusto dall’impatto sulla salute, dovremmo capovolgere l’approccio, trasformandolo la repulsione in curiosità prudente,perché non abbiamo una storia di consumo di questi alimenti”.

Il problema è sicuramente la mancanza di risorse rispetto all’aumento della popolazione che, come spiega Ghiselli, “nel 2050 raggiungerà i 10 miliardi persone e dobbiamo trovare alternative che non eliminano altre proteine ma si uniscano”.

E’ proprio il caso di dire: “Provare per credere“.

 

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